Categorie
Bufale Economia Energia Scienze

free energy

Un conoscente, entusiasta per aver scoperto la “free energy”, gira alla mailing list il link ad un video:

Facendo una ricerca su energie alternative, sono incappato in questo video. Vi prego tutti quanti, prendetevi 10 minuti e guardatelo NE VALE LA PENA http://youtu.be/BGPwgXG58rE
Io in giornata contatto già un mio amico voglio sviluppare qualcosa, costi quel che costi!

Ed io, che ritengo un dovere morale difendere la verità, intervengo così:
Credo sia mio dovere cercare di evitare che preziosi entusiasmi vengano frustrati e sudate risorse economiche finiscano nelle tasche di chi non le merita. Spero di non ferire la sensibilità di nessuno, ma di carattere preferisco evitare i giri di parole, perciò parlerò chiaramente come sono abituato.
Beh, cominciare con “censurato” squalifica già il resto del video, che in effetti per la sua inconsistenza non ha possibilità di ricevere apprezzamenti al di fuori di ambienti “complottisti”.
Gli impianti militari top secret sono talmente noti che sono visitabili. E le “teorie di Tesla” sono notissime e ampiamente utilizzate persino in ciascuno dei nostri cellulari, ma non contengono le formule per ricavare energia gratuita dal nulla. L’energia viene _sempre_ da qualche parte. E, come è prevedibile, tutti gli apparati mostrati come “generatori” basati sui magneti hanno bisogno di una fonte di energia. Mettono in movimento qualcosa e poi riconvertono l’energia cinetica in energia elettrica, che, misurata “allegramente” o con premeditata malizia, si può far sembrare maggiore di quella inserita. Ma la fisica non si inganna e la batteria si esaurisce comunque, anche se le si dice “sei carica!” “vai alla grande!”. E esaurita questa il “generatore” si ferma. Naturalmente i filmati su youtube questo non lo mostrano. Ironicamente sono proprio i video che dicono di contenere verità censurate a censurare e mistificare una parte della realtà.
Di personaggi che hanno “inventato l’auto ad acqua” ce ne sono stati tanti, ma nessuno riesce a farla funzionare. Perché? Perché l’acqua è come la cenere ed il fumo: il risultato di una combustione: la combustione dell’idrogeno. Per trarne energia bisogna separare prima idrogeno ed ossigeno. Il problema è che per separarli serve più energia di quella che si ricava. Vedi Idrolisi.
E’ come dire che rotolare un masso in cima al Summano costa più energia di quella che si può ricavare facendolo rotolare giù, che pompare l’acqua dal fondovalle ad un serbatoio in alto ci costa 100 di energia per poi produrre al massimo 85, se siamo particolarmente bravi. Probabilmente meno.
Non è diverso dal mito del moto perpetuo: là si pretendeva di mostrare qualcosa che continuasse a muoversi senza richiedere energia, qui si pretende di estrarre energia da qualcosa a cui non se ne fornisce.
Una “auto che va ad acqua” è un’assurdità termodinamica tanto quanto una stufa che funzioni trasformando la cenere (e il fumo) in legna per poi bruciarla. Un’auto (così come un generico motore) può benissimo funzionare ad idrogeno. Ma l’idrogeno deve essere prima estratto (dall’acqua o da idrocarburi come il metano) e questo è un costo energetico elevato e non aggirabile.
Gli unici che riescono a trarre vantaggio da questi miti sono quelli che vendono i kit per i motori magnetici o che raccolgono soldi dagli investitori per sviluppare macchinari rivoluzionari che non funzioneranno mai, come ad esempio l’E-Cat di Rossi, o che pubblicano libri sulle free energy.
Nessuno di loro è riuscito nemmeno a rendersi autonomo dalla fornitura Enel di casa… non è una sufficiente dimostrazione che quel che propongono non funziona? Eppure è così semplice…
Un amico interviene così:
hai già detto perfettamente tu quello che avrei risposto io.. E che qui parliamo di energia, pensa quando tutti parleranno di  bilderberg, massoneria, rockfeller e rotschild che causando volutamente la crisi economica ci vogliono schiavizzare TUTTI.
Il petrolio è giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Comunque con i complottisti io non so più che fare…
Beh, di cospirazioni ne parlano già in tanti. E ultimamente hanno trovato anche un megafono che ripete dal palco le paranoie complottiste. Il lato peggiore è che tutti questi discorsi su “siamo controllati, non siamo liberi, c’è un complotto”… rafforzano nelle persone l’idea di non poter far nulla, di non avere libertà di scelta e di non essere in fin dei conti responsabili della situazione. Col risultato che si lamentano e non fanno nulla per cambiare, tranne magari votare per il nuovo pifferaio magico.
Lamentarsi della forza delle multinazionali quando ogni giorno siamo noi consumatori a mantenerle scegliendo liberamente di comprare i loro prodotti è un’ipocrisia evidente. Dare la colpa delle nostre scelte alla pressione della pubblicità è come riconoscere “non sono capace di pensare, ho bisogno che la tv mi dica cosa fare”. Che al posto della tv ora ci sia la cosiddetta “controinformazione” che gira su internet è un semplice aggiornamento dei canali.
Non è mai indolore riconoscere i propri errori, quindi quello di trovare un capro espiatorio è un meccanismo psicologico molto radicato, studiato anche dagli antropologi. Ad esempio per l’Italia in fondo sappiamo tutti che i problemi sono stati creati da milioni di evasori fiscali, milioni di pensionati troppo giovani, centinaia di migliaia di baby pensionati, forse altrettanti falsi invalidi con parecchie migliaia di medici compiacenti, tantissimi dipendenti pubblici assenteisti, funzionari corrotti e imprenditori che stavano al gioco o che il gioco lo alimentavano e dai politici eletti da tutti che promettevano a tutti, spendevano soldi pubblici e lasciavano il debito sulle spalle della generazione successiva. Sono talmente tanti quelli che hanno sottratto risorse alla collettività che tra questi abbiamo tutti un conoscente, un amico o un parente. E ci da un gran fastidio ammetterlo. Per questo i discorsi demagogici “tutta colpa dei politici” hanno tanto successo: individuare un nemico che non è tra i nostri amici ci fa sentire subito dalla parte della ragione, “perché in fondo io ho rubato poco”, oppure “la legge me lo permetteva” o ancora “ma io ho evaso per necessità, sennò non avrei potuto neanche fare le ferie a Sharm e avrei dovuto comprare vestiti non di marca”.
Prendersi le proprie responsabilità e decidere di far parte del cambiamento con una serie di piccole fatiche quotidiane è faticoso. Per questo in tanti preferiscono credere alla favola del pifferaio magico:
  • ci sono i cattivi
  • c’è una pozione magica (nel caso è la free energy, nascosta nel castello dei cattivi)
  • puoi diventare un eroe con una singola azione e poca fatica, per poi vivere di rendita
E’ una bella favola e a tutti piacciono le favole a lieto fine.

Il petrolio é giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Da quel che vedo credo che la necessità aguzzerà l’ingegno, ma credo che come umanità in generale la penuria ci renderà prima di tutto più cattivi ed egoisti e che la lotta per le risorse si inasprirà. Mi pare che siano tanti a preferire che il figlio del vicino parta per la guerra piuttosto di soffrire il caldo col condizionatore spento. O che i disoccupati vadano a rubare il pane nei supermercati piuttosto di dover pagare cento euro di imu sulla propria casa.
La solidarietà pare che funzioni solo in ambiti ristretti.
Prima di dire addio alle comodità credo che i popoli saranno disposti a chiudere un occhio o anche due sulle ricadute ambientali e a bruciare i combustibili più sporchi pur di tirare avanti.
Già ora in contrada vengono a rubarci gli ortaggi dall’orto, quindi in caso di rapido declino delle disponibilità energetiche (e quindi dell’economia e delle disponibilità alimentari) temo che l’ordine pubblico sarà un ricordo.

Comunque con i complottisti io non so più che fare…

Eh, certo! Se cerchi di farli ragionare fuori dalla favola e mostrargli il mondo reale ti dicono che anche tu fai parte del complotto… l’unico mezzo è la prevenzione: sviluppare lo spirito critico delle persone, così che di fronte ad affermazioni tra loro in contrasto ed in contrasto con la realtà siano in grado di rilevare l’assenza di coerenza interna ed esterna. Bisognerebbe partire dalle scuole medie o almeno dalle superiori.

2 risposte su “free energy”

Lei quindi pensa che : un ‘apparato teleriscaldamento da 1 MWh’ impatto ZERO , comprato e garantito , e attaccato con comprensibile entusiasmo alla centrale termica di una Universita , non sarebbe neanche da essi riconosciuto se finto o difettoso , e lasciando gli studenti al freddo ??

Mi sento di proteggere la comunita Universitaria
da detrattori come Lei 😉

Guardi, capisco che magari non ha una tastiera italiana e quindi non mette gli accenti, capisco che consideri l’E-cat un apparato di teleriscaldamento perché aggiungendoci un po’ di tubi il calore può esssere trasportato a distanza, ma sulle unità di misura non transigo. Il Wattora (Wh), come il Joule (J) è un’unità di misura dell’energia o, se preferisce, del lavoro. I generatori si valutano invece sulla base della potenza, misurata in Watt (W, senza “h”) oppure in Cavalli Vapore (CV o HP all’inglese). Confondere potenza ed energia porta a prendere cantonate clamorose.

Perché dovrei pensare che la comunità universitaria avrebbe problemi a riconoscere il non funzionamento dell”E-Cat? Quali mie parole le hanno messo questo dubbio?
Al contrario! Io penso che la comunità universitaria ed in generale la comunità scientifica non avrebbero problemi a riscontrare il funzionamento o il non funzionamento dell’apparecchio, se ce l’avessero a disposizione. E credo che anche Rossi la pensi come me e che questo sia uno dei motivi per cui evita in tutti i modi che ciò accada.
Ma mi tolga una curiosità, se io dichiaro che ho in garage la Pietra Filosofale, lei per principio ci crede?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *