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Buonumore Letteratura

I promessi computer

(di A. Nunziata)

Prolog: Erano molti cicli di clock che desideravo scrivere una storia per quei $12 o $1e lettori che avranno la pazienza di seguirmi. Devo, pero’ ammettere l’ho backuppata da un romanzo di fantascienza di cui non mi ricordo il titolo: un vero romanzo di fantascienza per molti studenti italiani.

Quel ramo dell’albero binario che e’ generato da un puntatore inserito in una function ricorsiva… “Niklaus Wirth, chi era costui ?” disse l’ingegner Abbondio chiudendo annoiato il libro che stava leggendo: Algoritmi + strutture dati = programmi. Egli penso’ bene di uscire, la sua mente era annebbiata, passeggiando vide in mezzo alla sua strada quattro hacker vestiti di tutto punto, con i loro bravi dischetti di copiatori nella bisaccia. L’ingegner Abbondio fece per cambiare strada ma essi gli si pararono dinnanzi. “Server vostro, cosa vogliono da me ?”, il primo di loro parlo’: “Signor ingegnere, e’ vero che tra pochi giorni, voi dovete celebrare un link tra due computer ?”. 
“Si e’ vero” rispose loro tremante. “Allora…”, fece un altro di loro mettendo la mano sul dischetto formattatore “sappiate che questo link non s’ha da fare! Ne’ ora ne’ mai”. “Ma signori…” fece l’ingegnere, uno di loro gli tese un cavo seriale intorno al collo in segno di minaccia e poi se ne andarono. L’ingegnere Abbondio se ne torno’ impaurito al laboratorio, pensando al link che avrebbe dovuto fare tra due giorni tra due promessi computer: Personal Computer Tramaglino, o come lo chiamavan tutti PC, un tipo “calcolatore”, pieno di “programmi” per il futuro e Amiga Mondella, una giovane computer, religiosa e timorata del Diodo. Al ritorno, racconto’ tutta la storia successagli al suo collaboratore perpetual: un robot tuttofare che storia perpetual sbottò: “Oh, quelli sono brutti ceffi signor ingegnere, ma come farete con i promessi computer ?”. “Lo sai che mi volevano strangolare con un cavo seriale, facevano impressione… Per quei due cerchero’ una scusa”. L’ingegnere Abbondio aveva sempre avuto paura, in quell’epoca di violenza si sentiva come un laptop in mezzo a tanti tower. Il giorno del collegamento, i promessi computer vennero in laboratorio per il rito, tutto era pronto, anche l’organo campionato a 16 bit, ma l’ingegnere spiego’ loro adducendo le scuse piu’ strane che non se ne poteva fare nulla. Amiga scoppio’ a piangere, tutti i led le si accesero; la madre di Amiga: Agnes, o come la chiamavan tutti vista la sua mole, “fatter Agnes”, protesto’ vivacemente contro l’ingegnere ma senza risposta. “E’ lui il cattivo!” disse Amiga indicando l’enorme grattacielo del signorotto, “e’ Don Bill Rodrigates che non ci vuole far linkare, egli mi catturo’ nella sua net dicendo che aveva tanti programmi per me, ma mentiva. “La vedremo” disse PC arrabbiato “andro’ a far valere i nostri diritti”. Quel giorno stesso, PC si avvio’ verso lo studio del celebre avvocato Azzeccabug portandogli in dono 2 K(oni) di RAM, freschi freschi. L’avvocato Azzeccabug, li accetto’ e si mise subito a scartabellare nella montagna di CD-ROM polverosi che teneva tutti ammucchiati “Vede ?” disse “qui ho la raccolta di tutti i codici di questo stato, mai emessi: qui ho un codice in Pascal, qui un codice in Basic, qui un codice in Cobol…”. Ecco, ecco ho trovato” fece trionfante e si mise a leggere schiarendosi la voce “Writeln(‘Per ordine di S.E. il Gran Sysop di Milano, come recita l’articolo impedire in alcun modo un link’)”. Poi si mise a parlare difficile come molti avvocati “E’ semplice vede: si tratta di un dram che impedisce la cache a Ows, che poi un controller mfm, ide…”. A PC che non era molto intelligente (aveva solo 512K di memoria), gli parve arabo, ma quando l’avvocato gli chiese chi era l’ interessato, gli rispose subito che si trattava di Don Rodrigates; all’udire quel nome Azzeccabug cambio’ volto e lo caccio’ senza spiegazioni “Fuori, fuori giovanotto se non volete dei guai!”. Intanto Amiga e Fat Agnes erano andate al convento a chiedere aiuto al buon Fra Crtistofortran. In quel convento, i frati di quell’ordine vestivano tutti con delle tonache coperte da dei particolari disegni geometrici tutti colorati che erano tutti simili tra loro, per questo la gente li chiamava i frat-tali (e quali). Fra Cristofortran era un buon frate, convertitosi dopo che per vendetta aveva formattato un programma che non gli aveva consentito l’accesso alla cpu. 
“Aspettate un while do che eseguo un gosub e vengo” disse vedendo le due; dopo che Fat Agnes gli ebbe raccontato la storia si raccolse e disse: “Ancora quel perfido Don Rodrigates… Egli sprotegge i programmi piu’ deboli e aiuta quelli piu’ forti, cosi’ si e’ fatto ricco! Non temete comunque, il Divino Algoritmo, che tutto vede ed organizza, rimettera’ le cose a posto: intanto dobbiamo pregare San Pascal”. Immediatamente, Fra Cristofortran ando’ a parlare con Don Rodrigates, egli era a cena all’ ultimo piano del suo grattacielo, circondato da hacker, potenti Sysop, e c’era anche l’avvocato Azzeccabug tra gli altri. “Lascia stare Amiga, perfido…” invei’ il dico io! E tu non potrai farci niente, ed ora cacciatelo via”. “Non l’avrai vinta” gli rispose Fra Cristofortran, “per vincere dovrai fare almeno 10.000 punti e comunque vada, il Divino Algoritmo ti punira’”. “Porco DOS!” bestemmio’ Don Rodrigates. “Presto, scappate” disse il frat-tale a PC ed Amiga che lo avevano aspettato in convento, “qui non siete al sicuro, dovete andarvene in un altra locazione”. Cosi’ i due in gran segreto presero il primo vettore che trovarono e fuggirono. Mentre lasciavano il loro luogo natio, Amiga pianse e disse “Addio Mount List che generate il workbench, come faro’ mai senza di voi…”. Amiga si ritrovo’ cosi’ al convento della Macintosh di Monza a cui era venuta a chiedere una protezione. La “signora Mac”, come tutti la chiamavano era una macintosh LC di gran classe, la sua GUI era ancora molto bella, seppure non piu’ giovane. Ella era pero’ sempre triste, perché avrebbe voluto passare una vita felice a fare videogame, mentre era stata costretta dalla sua famiglia a vivere per sempre li, a segnare in noiose tabelle i tempi in pista delle macchine. Amiga busso’ alla Macintosh di Monza che le apri’ una finestra “Server vostra signora, baciamo i mouse”, disse reverente, “sono venuta a chiedervi protezione”, le sussurro’ nel microfono. 
“Va bene!” disse la Signora, “potrai entrare nel mio finder, allora”. Mentre nel convento di Monza ferveva l’attività delle macintosh diretta dall’anziana Badesserver, PC era giunto a Milano. Appena, fu entrato dalla porta parallela, dopo aver dato la password al guardiano, noto’ che un po’ dappertutto erano sparsi a terra dischetti e manuali. “Questi me li mangerò dopo” fece, qui a Milano”, penso’. La realta’ invece, all’insaputa di PC era un’altra: in quel momento a Milano, c’ era la rivolta degli utenti finali che protestavano per i prezzi troppo alti del software: orde di gente assalivano tutte le software house, uccidendo i responsabili marketing che tentavano debolmente una difesa e depredando tutti i dischetti che riuscivano a prendere. Percio’ sua eccellenza il Gran Sysop di Milano ed il consiglio del mainframe (i nobili del luogo), decisero di ordinare ai controller di sparare contro la gente, e misero a capo della repressione il generale CPU, uno abituato a dare ordini… PC che era povero (era un semplice clone non un computer dal nome altisonante), si schiero’ con la gente improvvisando un comizio: “Non e’ giusto che ci siano questi prezzi” disse alzando il tono dello speaker, ma gia’ tre controller che lo stavano osservando presero ad inseguirlo, volevano arrestarlo, cioe’ spegnerlo per almeno tre mesi come era prescritto per i rivoltosi. PC fuggi’ a 1200 baud, piu’ veloce che pote’, cosi’ riusci’ finalmente a seminarli. Ma siccome era ricercato, fu costretto a rifugiarsi nella filanda di suo cugino: una filanda di LAN. Intanto al convento, la macintosh di Monza si era incontrata segretamente, come faceva da tempo, con il suo amante: un certo Egidio Jobs, uno strano giovane che amava vivere e lavorare nelle cantine. “Mi devi aiutare Mac!” le disse lui “Un mio amico mi ha chiesto di rapire una giovane computeressa chiamata Amiga che sta con te”. “Oh, non e’ possibile”, le fece lei agitando i mouse “ella e’ sotto la mia protezione, le ho dato una chiave hardware”; “Ma pensa” le disse Jobs suadente di qui per andare a vivere in una casa con tanti alberi di mele, proprio come la vuoi tu!”, “E va bene, la allontanerò con una scusa”. L’indomani mattina la Macintosh chiamo’ Amiga, “Vammi a prendere un dischetto puliscitestine per favore, ecco i crediti”, ella ubbidi’, ma appena fu uscita, quattro hackers la presero e la rapirono, Amiga gridò, anche in stereofonia, ma nessuno la senti’, dopodiché’ svenne (si mise in standby). Al risveglio, si ritrovo’ in un luogo molto scuro, molto tetris: era circondata da tutti i lati da una fitta schiera di mattoni colorati incastrati tra loro. Era stata rapita dal malvagio programma Noname.pas, un programma dalla grande intelligenza (artificiale), temuto e rispettato da tutti. Egli, insieme ai suoi hackers compiva scorribande in tutti i sistemi, formattando tutti i programmi che gli intralciavano il cammino. Amiga fu fatta entrare nella stanza di Noname, dove egli stava accarezzando il suo fido Kahn. “Ah cosi’ tu sei Amiga! Don Rodrigates mi ha chiesto di rapirti ed in cambio mi dara’ molto software, cosi’ tu rimarrai qui finche’ non arrivera’”. Amiga si fece scura in monitor, aveva paura, poi timidamente gli disse: “Vi prego liberatemi signore; il Divino Algoritmo, perdona molte cose, preghero’ il Diodo perche’ vi salvi”, “Ha, ha non credo a queste cose io! Sono un programma logico, ed ora portetatela via”. Ma quella notte Noname non la passo’ affatto tranquilla, ed intanto Amiga chiusa nella sua cella (di memoria), pregava: “Ti prego Divino Algoritmo, fammi uscire da questo bug!, San Pascal aiutami! Prometto che non mi faro’ mai piu’ toccare da un altro computer, mi mettero’ la password di un discorso: “Dopo una lunga riflessione di 35ms, mi sono convinto che e’ necessario cambiare directory di vita, io mi sono convertito e cosi’ ora voi siete liberi, spero che diventiate bravi, dedicandovi solo a fare programmi public domain. Cosi’ Noname che si era convertito, chiamo’ a se’ un grande personaggio: il Cardinale Peter Norton. Il cardinale Norton, appena lo vide lo strinse a se’ dicendogli: “Finalmente un altro programma smarrito che ritorna all’ovile! Sapesse nella mia vita quanti programmi che sembravano definitivamente perduti sono riuscito a recuperare e porre nella giusta directory… Intanto questa Amiga verrà sotto la mia protezione”. Subito dopo, il cardinale Norton, sentita la storia di Amiga, fece chiamare l’ing. Abbondio e gli fece un severo monitor. “Ma, ma signore, essi mi avevano minacciato di formattazione, io sono solo un semplice processore, mica posso prendermi tanti Risc!” fece l’ ingegnere. “Non ci sono scuse!”, esclamo’ il cardinal Norton, “essere ingegneri e’ una missione! Voi dovete sempre servire il Diodo, perciò, dovevate linkare quei %10 computer” (il cardinale, essendo anziano parlava ancora in binario). Nel while a Milano era scoppiata un’enorme epidemia di Jerusalem e di Cascade: tanti computer ne furono colpiti e molti di essi giacevano abbandonati per le strade, dove giravano indisturbati mouse di fogna e chat randagi, c’era insomma il piu’ completo caos. Intanto per le strade giravano a raccogliere i case accasciati dei computer infettati, coloro che erano scampati ai virus, i quali per coincidenza erano tutti degli AT compatibili con video monocromatico, per questo venivano chiamati i monAT. Li’ computer-figlio, dette piangendo alcuni crediti ai monAT e disse: “Ci sono dei crediti in piu’, domani passate a prendere anche me!”. Intanto, Don Rodrigates era a Milano e guardava la citta’ dall’alto delle windows del suo ufficio e rideva: “Ha, ha, tutto questo l’ho fatto io! Cosi’ vend r di piu’ il mi stware ant vir s…, ma cos st succdend, sto perd nd le ltter di ciò ch dic!” eguardandosi bene, si vide due trackball sotto le (a)shell: aveva tutti i sintomi del virus! “Presto bit…”, chiamo’ un suo hacker fidato “chiam il signr Mcafee, egli s prà com cur rm”. “Si'” rispose bit (egli sapeva dire solo si’ o no), ma subito dopo venne con tre monAT che lo portarono via “Maled t , mi ha trdit” urlo’ Don Rodrigates. “Si, si” gli rispose bit aprendo la sua cassaforte dalla quale prelevo’ crediti e software di valore. PC, era tornato a Milano, dopo aver saputo che Amiga era li’, la cerco’ in ogni locazione, senza trovarla; poco dopo, arrivo’ al lazzaretto della facoltà di ingegneria, dove si curavano i computer infetti, li’ con grande meraviglia quale pero’ non aveva visto Amiga. “Ah, se incontrassi quel malvagio di Rodrigates, lo formatterei!”. “Non devi parlare cosi’,” lo ammoni’ il frattale, “la vendetta non e’ bella, egli e’ qui ed e’ malato” e gli mostro’ Don Rodrigates in fin di vita, il quale appena vide PC imploro’ di perdonarlo per il male che aveva fatto ed egli lo perdono’: “Pregherò per voi, solo il Diodo può condannare”, disse. Ma ecco che in un file di computer guariti che stavano pregando vide finalmente Amiga. “Amore mio ti ho ritrovato!”, le disse PC correndole incontro, ma ella dopo l’iniziale felicita’ si giro’ e fu situazione di pericolo di non linkarsi più con nessuno, ma fra Cristofortran la libero’ dal voto: “Sappi che non si può separare ciò di cui il Divino Algoritmo ha fatto il merge”. Finalmente, il frattale inserì il cavo coassiale tra PC ed Amiga e lancio’ il programma: “Ora sarete unix per sempre, in ethernet!”. E in quello stesso istante parti’ improvvisamente lo Scan che libero’ tutti i computer dal virus.

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Lo specchio che fa riflettere

“Specchio riflette” dicevamo da bambini per rimandare al mittente qualche parolaccia ricevuta. In questo caso invece lo specchio fa riflettere.

La situazione: una strada “di montagna”, potremmo dire, stretta e curva, su cui due auto che si incrociano devono rallentare molto o anche far manovra. Su questa strada, per evitare brusche frenate ed incidenti sono stati posizionati tre specchi parabolici in corrispondenza di altrettante curve, due particolarmente strette che in ogni caso non è fisicamente possibile percorrere ad alta velocità ed una dal raggio più ampio che consente di affrontarla anche a 50 km/h, se si controlla prima lo specchio.*

Quando il vento soffia forte riesce anche a ruotare lo specchio e quindi capita di passare di lì e trovarlo orientato troppo a destra o troppo a sinistra per fare il suo lavoro, quindi una persona di buona volontà deve fermarsi, salire in piedi sul guard rail e regolarlo a mano. Questione di un minuto compreso salire, scendere, slacciare e riallacciare la cintura, ancor meno per uno che passi di lì a piedi.
Eppure a chi passi di lì di rado può capitare facilmente di trovare lo specchio fuori posto a distanza di giorni dall’ultima giornata di vento forte. E’ una cosa che fa riflettere. Pare quasi che, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non importi poi molto a chi percorre quella strada più volte al giorno di risistemare lo specchio e di garantirsi un po’ di sicurezza e di comodità.
Tutti ci passano davanti e non intervengono? Perché?
Le ipotesi sono una peggio dell’altra:
– piuttosto di scendere dall’auto preferisco correre il rischio di fare un frontale, tanto mi fido dei miei riflessi pronti!
– i beni pubblici sono di tutti e quindi non miei, perciò per principio non voglio occuparmene.
– specchio? Quale specchio? Ah, è storto? Davvero? Non so, non l’ho visto perché io non lo guardo mai.
– sì, è storto, ma io non so come si fa a raddrizzarlo, magari servono attrezzi o forza ed è meglio che lo facciano gli uomini.
Ecco, diciamo pure che qualcuno è scusato, ma tra i maschi adulti e sani è possibile che manchi totalmente la buona volontà?
Beh, a guardar bene quelli che si danno da fare per tenere in ordine la strada, le caditoie, la fontana e che raccolgono le cacche dei cani sono sempre gli stessi: c’è una che fa il giro della contrada con il badile per ripulire la strada, ci sono i tre che ripuliscono periodicamente la fontana e le caditoie, c’è quello che si ferma a sistemare lo specchio e poi ci sono tutti gli altri che… fanno finta di non vedere dove il loro cane ha sporcato e passano senza fermarsi un secondo raddrizzare uno specchio, neanche se sono a piedi. Eppure quando hanno frequentato le scuole l’educazione civica si insegnava ancora… forse si dimentica per convenienza? Ma qual è la convenienza di risparmiare qualche secondo? E perché la scomodità di scendere dell’auto una sola volta è percepita come un fastidio maggiore rispetto al rischio quotidiano di incidente frontale?

Altre ipotesi?

 

* ricordo che la curva è un tratto di strada non rettilineo a limitata visibilità, quindi basta anche una leggera curvatura unita ad un ostacolo visuale per costituire una curva, mentre un tratto di strada anche molto curvo, ma con perfetta visibilità non è una curva secondo il codice della strada.

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Buonumore Tesoro

Polvere

 

DONNE !!!

Ricordatevi che uno strato di polvere protegge i mobili! Una casa è più bella se si può scrivere “ti amo” sulla polvere sul mobilio.

Io lavoravo 8 ore ogni fine settimana per rendere tutto perfetto, “nel caso venisse qualcuno”. Alla fine ho capito che “non veniva nessuno”, perché tutti vivevano la loro vita passandosela bene! Ora, se viene qualcuno, non ho bisogno di spiegare in che condizione è la casa: sono più interessati ad ascoltare le cose interessanti che ho fatto per vivere la mia vita. Caso mai non te ne fossi accorta…

la vita è breve, goditela!

Fa’ pulizia, se è necessario… Ma sarebbe meglio dipingere un quadro, scrivere una lettera, preparare un dolce, seminare una pianta, oppure pensare alla differenza tra i verbi “volere” e “dovere”. Fa’ pulizia, se è necessario, ma il tempo è poco. Ci sono tante spiagge e mari per nuotare, monti da scalare, fiumi da navigare, una birretta da bere, musica da ascoltare, libri da leggere, amici da amare e la vita da vivere.

Fa’ pulizia, se è necessario, ma… C’è il mondo là fuori: il sole sulla faccia, il vento nei capelli, la neve che cade, uno scroscio di pioggia…
Questo giorno non torna indietro. Fa’ pulizia, se è necessario, ma…
Ricorda che la vecchiaia arriverà e non sarà più come adesso. E quando sarà il tuo turno, ti trasformerai in polvere…

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Letteratura Tesoro

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

— attribuita erroneamente a Bertolt Brecht, in realtà del pastore Martin Niemöller (1892-1984)

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Buonumore Energia

Moto elettriche

Cosa ne pensi delle moto elettriche?

Ne consiglierei vivamente una al mio secondo peggior nemico. Al mio peggior nemico, la regalerei.

Beh, io parlo per quella che ho avuto io. Va tenuto presente (pero’ il venditore mi aveva visto, quando l’ho comprata) che ho un dislocamento *un tantino* superiore a quello dell’utilizzatore tipico. (Forse invece del motorino dovevo comprare un “muletto”). On the plus side, oltre all’aspetto fisico, ho anche il senso esteticodi un capodoglio spiaggiato: sicché l’estetica non era un problema. Il motorino era un accrocco da nerd sfigati. Mi parve subito bellissimo. A prezzo:  ‘sa vuoi, finanziamento, contributi, ecoincentivo… diciamo che dal punto di vista economico non mi son quasi accorto che lo stavo pagando. Comunque. Batterie zinco-aria perche’ erano migliori e tutto il lavoro fatto ammodino… autonomia del mezzo dichiarata 60 km. Reale, 18. OK, ripeto, li’ c’entrava parecchio la massa… magari… se perdessi quel quintale di troppo… Poco male, tanto in ufficio potevo ricaricarlo, quindi dieci km – alla fine – potevano bastare; ne avevo quasi il doppio. Almeno all’inizio. Pero’… quando piove il motorino o non si mette in moto oppure fa tre chilometri e poi si ferma, facendomi fare dell’ottimo moto: 2 km sotto la pioggia spingendo il motorino. Quando e’ freddo, o e’ umido, o e’ troppo secco, o e’ troppo caldo, la batteria o non si carica, o si scarica subito. Risultato: autobus. E alla fine dedussi (sperimentalmente) che il motorino funzionava male al di fuori di un range di condizioni atmosferiche del tipo:

Temperatura: da 19.2 a 19.4 °C
Umidità: da 40.6% a 41.2%
Vento: da 0 a 5 nodi, direzione sud-sud-ovest

Poi c’erano alcuni problemi col firmware. Ad esempio, dalle condizioni sopra riportate, e’ chiaro che il motorino era pensato per un ambiente domestico: andare dalla cucina al salotto, roba cosi’. E, dentro casa, mica ti preoccupi degli accessi non autorizzati. Invece, alla colonnina chiunque poteva (ad es.) ACCENDERE I FARI anche a chiave non inserita nel quadro. Senza la spina innestata, i fari non si accendevano: ma, con la spina innestata, il motorino pensava “Ecco, o sono in salotto o sono in cucina: sono al sicuro!” e si fidava. Purtroppo, col faro acceso, il carica-batteria controllava la corrente in ingresso, quella in uscita, non gli tornavano i conti e bloccava la ricarica. Tornavi alla colonnina, e il motorino era a secco. Autobus. M’e’ successo solo cinque o sei volte, pero’: cioe’ poco se si calcola che a una colonnina lo mettevo tutte le sante mattine e tutte le sante sere. E anche togliendo quel 25% del tempo che era in officina per una riparazione o l’altra, il 75% di un anno e mezzo e’ tanta roba. Poi, all’epoca, c’era un problema: troppi motorini per le colonnine in funzione. Oggi, col progresso, la gente i motorini elettrici col cazzo che li compra, e quindi (anche se le colonnine sono la meta’ di cinque anni fa (le carcasse delle colonnine sono sempre le stesse, ma io dico le colonnine funzionanti)), il posto lo trovi sempre con facilita’. Ma all’epoca era un dramma. La gente risolveva con educazione e senso di responsabilita’: arrivava alla colonnina, sbarbava una spina a casaccio e infilava la propria. Per risolvere questo problema – irregolarmente – munii il mio motorino di un adattatore a tre vie. Cosi’ bastava che il nuovo arrivato invece che staccarmi la spina si attaccasse al mio adattatore. L’idea piacque! Infatti mi involarono sei o sette adattatori prima che decidessi di saldarlo alla spina con l’epossidico, rimettendoci cavo e spina quando qualcuno non volle convincersi che quell’adattatore nuovo di pacca non se lo poteva fregare staccandolo gentilmente. Chissa’ che avra’ pensato di uno cosi’ avaro da incollare un adattatore alla spina per non farselo fregare (non lo taglio’, eh: ma sforzando la spina, il cavo si sfilaccio’ e la spina si ruppe). Ma queste erano sfighe per cosi’ dire collaterali. In aggiunta al buon esercizio fisico di spingere motorino e modernissime batterie a zinco-aria, c’erano gli imprevisti, stile Monopoli. Per es., in discesa un po’ viva, il freno motore si sovraccarica – non sono sicuro che fosse quello il motivo! – e stacca. Per fortuna, avevo anche i freni “a ganascia”, ma per un momento mi preoccupai. Per es., un giorno di pioggia vado a staccare il motorino alla colonna di piazza San Marco, e scopro tre cose: una che la colonnina non aveva un differenziale funzionante; due che avvitando il blocchetto di luci, frecce e acceleratore (aveva un interruttore “TARTARUGA/LEPRE”, il mio motorino. In modalita’ tartaruga andava a 15 km/h ma la batteria aveva una durata immensa, anche venti chilometri se ne facevo dieci tutti in discesa. In modalità lepre viaggiava veloce quasi quanto una bici, ma, ovviamente, dopo otto-nove chilometri si fermava. Non ricordo pero’ se questo succedeva col primo pacco batterie, o col secondo, oppure anche col terzo), avvitandolo dicevo con una vite auto-filettante, quella si era auto-filettata fin dentro a un cavo che in qualche modo portava lafase del 220V. La terza cosa, fu che ero uno stronzo ingrato. Voglio dire: il Bambino Gesu’ mi aveva tenuto la sua manina sul capo; e, nonostante una sleppa a dueevventi che m’aveva tirato in terra, ero sano e privo di danni; o il Bambino Gesu’ oppure Santa Maria Vergine Santissima. Ero pure tutto bagnato, sarei dovuto rimanerci attaccato e morire li’. E invece no, e tutto grazie alla Madonnina, al Bambin Gesu’ e a PADREPIO (àme). Avrei dovuto ringraziare. E invece! Dice la statua in mezzo alla piazza si turava le orecchie per non sentirmi. Non so se sia vero, avevo altre cose per la testa in quel momento, tipo “Quali santi ho lasciato fuori? Non vorrei fare un torto a nessuno”. Ed ero pure davanti alla chiesa. Mi ricordo che intorno alla lettera Q – San Quirico – usci’ il parroco, ma mi fece un sorriso comprensivo. O era un santo, o era sordo. O forse aveva anche lui un motorino elettrico.

Alla fine, cercai di ricattare l’azienda costruttrice (non ne faro’ il nome a scanso di querele). Gli dissi che, se non si fossero ripresi il motorino rendendomi tutti i soldi, io il motorino me lo sarei tenuto. Lo so, lo so: sembra una minaccia ridicola. Ma pensateci bene su. Non mi risposero: e io misi in atto il mio proposito! Usai il motorino il piu’ possibile. Anda e rianda ufficio e universita’. Ogni tanto, un collega mi diceva “Gaaanzo! Un motorino elettrico!”: al che, io glielo imprestavo per un po’. All’Universita’ la cosa era particolarmente feroce, perche’ e’ in cima a un colle. Allontanarsi era molto, molto facile. Tutta discesa. Ma la salita me l’ero gia’ giocata arrivando la mattina: per tornare su, due volte su tre c’era bisogno del “rinforzino”… un centinaio di metri a spinta. In salita. E le batterie zinco-aria sono avanzatissime, pesano meno di quelle piombo-acido, ma pur sempre uno stonfo. In genere, due ore bastavano a farmi segnare una tacca sul parabrezza, “E un altro cliente perso per sempre. Tie’!”. Quelli proprio ecologici ecologici, i fanatici che per il green ammazzerebbero la su’ mamma, ci voleva anche uno o due giorni. Una ristretta minoranza, dopo, manifestava il desiderio di un motorino che funzionasse a bambini morti, idrocarburi pesanti e gas nervino. Si Trattava in genere di quelli che – dopo avere fatto due ore di ritardo per caricare il motorino in via Vittorio Emanuele – avevano dovuto poi comunque applicare il “rinforzino”, arrivando in vetta sudati marci. Alla fine, li convincevo *tutti*. Beh, non che possa assumermene il merito, sia chiaro: quando uno ha lo strumento adatto, tutto sembra facile. E io l’avevo. Ne ricordo uno in particolare (mi pare un assistente del prof. Becchi, ma non ci giurerei): aveva la macchina a metano, e faceva chilometri a piedi per smaltire la carta. Li’ ne uscii male: mi tocco’ mandarlo dal venditore a provare un altro motorino, poi un terzo, e forse un quarto di un’altra marca. Poveraccio! Alla fine, quasi piangeva. Quando lo vidi proprio a terra, depresso, e gli tirai la coltellata finale (“E poi, sai, ora come ora,le batterie piu’ tozze… come dire… vanno anche smaltite, de’”), mi dovetti fare forza. Alla fine – sono un tipo strano – lo eliminai. Potevo rivenderlo… o, forse, no… pero’ decisi che era piu’ conveniente smaltirlo spendendo qualche altro soldo. Se ci avessi ripreso… che so, 500 euro, essendo l’essere umano quello che e’ (e io anche), dopo qualche anno magari mi sarei potuto illudere che no, non era stata una inculata spaventevole, ma solo un’abboccata, un’uccellata volante. E avrei potuto ricascarci. Ma non recuperando quei 500 EUR (molto ipotetici!), invece, mi sarebbe rimasta solo la memoria d’una inculata devastante, tale da incidersi a fondo e permanentemente nella memoria, e togliermi cosi’ per sempre l’idea di ricomprarmi mai un motorino, un’auto, o qualsiasi mezzo il cui funzionamento dipendesse in tutto o in parte da un motore elettrico. Una simile vaccinazione valeva i 500 EUR? Ma hai voglia te! Da allora, m’hanno contattato una dozzina di volte fabbricanti di mezzi elettrici i piu’ vari (devo essere finito in qualche database). L’esperienza che ho fatto mi consente di immettere così tanto significato nel “Hm.” con cui rispondo, che (di solito) aggiungono precipitosamente “…ma credo di aver sbagliato numero, mi scusi, arrived*click*”.

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Buonumore Informatica

Le telefonate all’assistenza tecnica :-D

“Arrivo, nel frattempo faccia la copia dei dischetti” ed ecco al mio arrivo due belle fotocopie…
“Tutti e otto non ci stavano in una sola, ne ho messi quattro per ognuna, va bene lo stesso?”

“ma l’alimentazione e’ attaccata bene? … Dietro la stampante c’e’ un filo nero grosso, guardi se balla o no… Allora guardi l’altro filo, quello con la spina larga che va a finire dietro il computer…”
“Non ci vedo, e’ troppo buio!”
“Ha una lampada da tavolo?”
“Si'”
“Bene, la sposti in modo che illumini dietro il computer!”
“E’ inutile, non funziona, e’ un’ora che e’ saltata la corrente…”

Questa è una storia vera tratta dal supporto tecnico di Wordperfect.
Non serve dire che l’impiegato è stato licenziato; tuttavia, lui/lei ha citato in giudizio la Wordperfect per “Termination without Cause”.
Ecco il dialogo tra un cliente e il suddetto impiegato:
“Ridge Hall computer assistant; posso aiutarla?”
“Si, be’, ho un problema con WordPerfect.”
“Che tipo di problema?”
“Be’, stavo scrivendo, quando di colpo tutte le parole sono andate via.”
“Andate via?”
“Sono sparite.”
“Hmm. Cosa c’è sullo schermo?”
“Niente.”
“Niente?”
“E’ vuoto; e non accetta niente quando io premo i tasti.”
“Lei e ancora in WordPerfect, o ne e uscito?”
“Come posso saperlo?”
[non traducibile]
“Can you see the C: prompt on the screen?”
“What’s a sea-prompt?”
[intraducibile]
“Non importa. Riesce a muovere il cursore sullo schermo?”
“Non c’è nessun cursore: gliel’ho detto, non accetta niente di quello che digito.”
“Il suo monitor ha un indicatore di accensione?”
“Cos’è un monitor?”
“E’ la cosa con uno schermo che sembra una TV. C’è una lucetta che dice quando è acceso?”
“Non lo so.”
“Bene, allora guardi sul retro del monitor e cerchi dove entra il cavo di alimentazione. Riesce a vederlo?”
“Si, penso di si.”
“Benone. Segua il cavo fino alla spina, e mi dica se è inserito nella presa nel muro.”
“… Si, è inserito.”
“Quando lei era dietro al monitor, ha visto se c’erano due cavi collegati sul retro del monitor, e non uno solo?”
“No.”
“Ok, ci sono. Mi serve che lei guardi dietro di nuovo e cerchi l’altro cavo.”
“… Ok, eccolo.”
“Lo segua per me, e mi dica se è ben infilato nella sua presa dietro al computer.”
“Non ci arrivo.”
“Mmm. Be’, non riesce a vederlo?”
“No.”
“Anche mettendo il ginocchio su qualcosa e sporgendosi in avanti?”
“Oh, ma non è perché non ho la giusta angolazione, e perché è buio.”
“Buio?”
“Già. Le luci dell’ufficio sono spente, e l’unica luce che c’è proviene dalla finestra.”
“Be’, accenda le luci dell’ufficio, allora.”
“Non posso.”
“No? Perché no?”
“Perché manca la corrente.”
“Manca… la corrente? Aha, ok, abbiamo scoperto il problema. Ha ancora lo scatolone, i manuali e l’imballo di quando il suo computer le è arrivato?”
“Be’, si, li tengo nello sgabuzzino.”
“Molto bene. Li prenda, scolleghi il suo sistema e lo imballi come era quando le fu consegnato. Poi prenda il tutto e lo porti indietro al negozio dove lo ha acquistato.”
“Davvero? E’ cosi grave?”
“Si, ho paura di si.”
“Be’, allora è tutto a posto, suppongo. Cosa devo dire loro?”
“Dica loro che lei è troppo stupido per possedere un computer.”

I computer non saranno mai completamente a prova di idiota,perché gli idioti continuano ad avere troppe risorse.
Quanto segue è tratto da un articolo del “Wall Street Journal”:

Compaq sta considerando di cambiare il comando “Press Any Key” in “Press Return Key” a causa delle continue chiamate che chiedono quale sia il tasto “Any”.

Il supporto tecnico di AST ha avuto una chiamata che lamentava che il mouse era molto difficile da controllare con il coprimouse antipolvere messo su. Tale coprimouse si è scoperto essere poi il sacchetto di plastica in cui il mouse viene imballato.

Un altro tecnico della Compaq ha ricevuto una chiamata da un uomo che si lamentava che il sistema non leggeva i suoi file di word processing dai suoi vecchi dischetti da 5.1/4 pollici. Dopo aver appurato che non sono stati sottoposti a campi magnetici o calore, si è scoperto che il cliente aveva messo le etichette sui dischi, e poi li ha arrotolati nella macchina per scrivere per poter scrivere sulle etichette.

A un’altra cliente di AST viene chiesto di spedire indietro una copia dei suoi dischetti difettosi. Pochi giorni dopo arriva una lettera della cliente con le fotocopie dei floppy.

Un altro cliente della Dell chiama per dire che non riesce, col suo computer, a spedire i fax. Dopo 40 minuti di chiarimenti, il tecnico scopre che l’uomo sta tentando di faxare un foglio di carta tenendolo appoggiato allo schermo e premendo il tasto “invia”.

Ancora un altro cliente della Dell chiama per dire che la sua tastiera non funziona più. La ha pulita immergendola in acqua e sapone e strofinando per un giorno, e quindi rimuovendo tutti i tasti e lavandoli singolarmente.

Un tecnico della Dell riceve una chiamata da un cliente che è arrabbiato perché il suo computer gli ha detto che è “bad and an invalid”. (“cattivo e invalido”) Il tecnico spiega che le risposte “bad command” e “invalid” del computer non vanno prese come qualcosa di personale.

Un cliente confuso chiama la IBM per un problema di stampa di documenti. Egli dice al tecnico che il computer gli ha detto “coundn’t find printer” (non vede la stampante). L’utente ha provato girando il monitor verso la stampante, ma il computer continua a non “vederla”.

Una cliente esasperata chiama il supporto tecnico Dell Computer per dire che non riesce ad accendere il suo nuovo Computer Dell. Dopo essersi assicurato che il computer è alimentato, il tecnico le chiede cosa accade quando lei preme il pulsante. Lei risponde:
“Continuo a premere su questo pedale ma non succede niente”.
Il “pedale” si è scoperto essere il mouse.

Un’altra cliente chiama la Compaq per dire che il suo nuovo computer non funziona. Dice che ha disimballato l’unità, ha inserito la spina ed è stata 20 minuti seduta li davanti aspettando che succedesse qualcosa. Quando le viene chiesto cosa è successo quando ha premuto l’interruttore, lei chiede: “Quale interruttore?”.

Storia vera di un SysOp Novell NetWire
Cliente: “Salve, è il Supporto Tecnico?”
Tecnico: “Si. Come posso aiutarla?”
C.: “Il porta-tazza del mio PC si è rotto e sono ancora in garanzia”
T.: “Mi scusi, ma lei ha detto porta-tazza?”
C.: “Si, è sul frontale del mio computer”
T.: “Perdoni se le sembro un po’ perplesso, ma è perché lo sono. Lo ha ricevuto come parte di una promozione, in qualche fiera? Come le è arrivato questo porta-tazza? Ha qualche marchio inciso sopra?”
C.: “E’ arrivato insieme al computer; non so nulla di nessuna promozione. C’è solo scritto ‘4X’ sopra”
A questo punto il tecnico ha spento il suo microfono, perché non è più riuscito a trattenersi dal ridere.
Il cliente stava usando lo sportelletto del drive CD-ROM come un porta-tazza, tenendolo sempre aperto.

Un altro cliente IBM ha dei problemi ad installare del software e telefona per il supporto.
“Ho messo il primo dischetto, ed è andato tutto bene. Poi mi ha detto di mettere il secondo dischetto, e li ho avuto dei problemi. Quando mi ha detto di mettere il terzo disco, non sono più riuscito a farcelo entrare…”.
L’utente non aveva realizzato che “Inserire il Disco 2” significa prima rimuovere il Disco 1.

In maniera analoga, un cliente ha seguito le istruzioni per installare il software. Le istruzioni dicevano di rimuovere il disco dal suo imballo e di metterlo nel drive. L’utente ha aperto fisicamente il disco rimovendo il disco magnetico dalla sua sede rigida, e poi si è chiesto perché non funzionava…

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Aforismi, battute e citazioni 321-360

321. Nelle mie storie d’amore una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede. (Ennio Flaiano)

322. Dicon che l’amore è vita, io per amore sto morendo. (Jim Morrison)

323. La cosa piu’ difficile e’ capire perche’ si e’ amata una donna che non si ama piu’. (Henri de Regnier)

324. In amore l’esperienza non conta nulla, perche’ se contasse nessuno amerebbe piu’. (Henri de Regnier)

325. Se questo e’ il vostro modo di amare, vi prego di odiarmi. (Molière)

326. C’e’ un solo amore che dura fino alla morte: l’ultimo.

327. Non esiste l’amore: esistono solo prove d’amore. (dal film “Io ballo da sola”)

328. L’amore e’ come l’elettricita’, tutti la usano ma nessuno sa come funziona. (da “Tandem”)

329. Quando l’amore è finito, gli alimenti colmano il vuoto. (Marlene Dietrich)

330. L’amore platonico è come giocare in due con un fucile credendolo scarico. (Bloor Schleppey)

331. Il bacio d’amore e’ un modo gentile tra due persone, di sputarsi in bocca.

332. Infatuazione è quando pensi che lui sia sexy come Robert Redford, elegante come Henry Kissinger, nobile come Ralph Nader, divertente come Woody Allen e atletico come Jimmy Connors. Amore è quando capisci che lui è sexy come Woody Allen, elegante come Jimmy Connors, divertente come Ralph Nader, atletico come Henry Kissinger e nulla come Robert Redford; ma lo prendi ugualmente (Judith Viorstente).

333. Ti prego amami poco così’ mi amerai a lungo. (Robert Herrick)

334. Lui: “Ti amo…”. Lei: “Anche io mi amo”.

335. Quando ci siamo conosciuti eravamo simili come due gocce d’acqua. Poi lei e’ cambiata: e’ diventata la goccia che fa traboccare il vaso. (Mirco Stefanon)

336. Tre anni sono gia’ una bella durata per un ‘amore eterno’. (Jane Fonda)

337. “Io non credo all’amore a prima vista !”. “Scettico?”. “No, miope”.

338. L’amore e’ come le epidemie: piu’ uno le teme, piu’ e’ esposto al contagio. (Anonimo).

339. “Quando c’è l’amore c’è tutto”. “No ti sbagli, chella è ‘a salute”. (Massimo Troisi)

340. L’amore è tutto quello che sta prima e quello e che sta dopo. Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante. (Massimo Troisi)

341. Io ti amo
e se non ti basta
rubero’ le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamentera’ di cio’ che ha perso
che la tua bellezza sola
riempira’ l’universo

Io ti amo
e se non ti basta
vuotero’ il mare
e tutte le perle verro’ a portare
davanti a te
e il mare piangera’
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un tuo solo sguardo

Io ti amo
e se non ti basta
sollevero’ i vulcani
e il loro fuoco mettero’
nelle tue mani, e sara’ ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturero’
e te le portero’ domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi

E se non ti basta
perche’ il tempo si fermi
fermero’ i pianeti in volo

E se non ti basta…

MA VAFFANCULO!! (Stefano Benni)

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Aforismi, battute e citazioni 281-320

281. Amore fa rima con cuore, ma puo’ fare di meglio. (Fabio Fazio)

282. Se ti rammarichi per il fatto che nel tuo cuore non c’e’ piu’ posto per i sentimenti e’ perche’ non hai mai visto che casino c’e’ nel mio armadio. (Fabio Fazio)

283. Gli amori adolescenziali sono i piu’ passionali, coinvolgenti, totalizzanti: poi si cresce. Per fortuna… (Fabio Fazio)

284. Ogni amore è l’amore precedente in una veste più spenta. (Dorothy Parker)

285. Amavo una irlandese, ma l’ho lasciata perché lei si faceva sempre il segno della croce prima di andare a letto. Avevo sempre l’impressione che pregasse per la mia prestazione. (William Cole)

286. Se l’amore è cieco tanto meglio: si accorda con la notte. (William Shakespeare)

287. DICHIARAZIONE D’AMORE: 80 voglia di te 70 ne hai per me e 16 che mi ami 11 sposeremo!!!

288. Per scrivere una buona lettera d’amore, bisogna iniziare senza sapere che cosa si vuole dire e finire senza sapere che cosa si è scritto. (Regola di Rousseau)

289. L’amore è cieco. L’ amicizia chiude gli occhi.

290. Se ami una persona, lasciala andare. Se torna da te è tua per sempre, se non lo fa non è mai stata tua. (Dal film “Proposta indecente”)

291. Indubbiamente l’essere amati è diverso dall’essere ammirati, poiché si può ammirare qualcuno anche da lontano, ma per amarlo è necessario essere nella stessa stanza, almeno accovacciati dietro la tenda. (Woody Allen)

292. L’amore è il vero motore del mondo. Infatti chi ha la Ferrari ha più probabilità di trombare, mentre chi ha la Lada ha più probabilità di essere trombato. (MM)

293. Se i pesci non abboccano all’amo, provate con ‘la stimo profondamente’. (Mario Zucca e Valerio Peretti)

294. Amore e’ tutto cio’ che si puo’ ancora tradire. (Andrea Pazienza)

295. Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male. (Friedrich Nietzsche)

296. “L’amore non e’ polenta.” (Enzo Iacchetti, “Striscia la Notizia”)

297. Dammi mille baci, e poi cento e dopo mille altri e altri cento e mille dopo questi e dopo cento e, quando saremo sazi di contarli, per scordarli proseguiremo senza ordine. (Catullo)

298. Esiste l’amore eterno? Si’, ma non dura. (Martino Ragusa)

299. L’amore è cieco; questo è il motivo per cui si può fare con eguale piacere anche al buio. (G.P. Lepore)

300. I giuramenti d’amore non arrivano all’orecchio degli dei. (Callimaco)

301. L’amore è come la febbre. Nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia la minima parte. (Stendhal)

302. E che cos’e’ un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole t’amo, un segreto detto sulla bocca. (Edmond Rostand)

303. L’amore è perdita, spogliazione: è ricchissimo quando ha donato tutto. (Karl Gutzkow)

304. Se è vero che l’amore lascia sempre un segno, allora io mi sono innamorata di Zorro!

305. Ho letto di recente che l’amore e’ tutta una questione di chimica. Deve essere per questo che mia moglie mi tratta come un rifiuto tossico. (David Bissonette)

306. “Lei mi ha pestato i piedi tutta la sera!”. “Sì, ma lei, Signora, mi ha pestato il cuore”. (Mino Maccari)

307. Il bacio e’ l’ unica cosa dolce che non fa cariare i denti.

308. Io ti desidero: il mio desiderio è così grande che sembra la Florida. (Robin Williams)

309. L’amore fa passare il tempo… il tempo fa passare l’amore !

310. L’amore non e’ un catalogo. (Luca Laurenti)

311. La passione e’ quella buffa sensazione che porta un uomo a mordere il collo di una donna perche’ lei ha delle belle gambe.

312. Alcune delle piu’ incredibili storie d’amore che io conosca hanno avuto un protagonista solo. (Wilson Mizner)

313. Più forte dell’odio è l’amore, più forte dell’amore è Mike Tyson per esempio.

314. Tema della maturita’, di cui qui riportiamo i passi salienti: Titolo: “Ti Amo” [e’ scontato, ma ci sono i saldi…] Svolgimento: Non ti mulinello, ne’ ti lenza, perche’ io ti amo. Sai essere sexy in ogni tuo gesto: quando cammini, quando starnutisci, quando ti scaccoli il naso, quando ti metti il rossetto o rimetti il risotto, ecc. ecc. La tua bellezza mi abbaglia, il tuo sorriso mi ubriaca, il tuo pugno mi stordisce come mai avevo provato prima d’ora. Non riesco a trovarti un solo difetto, visto che ogni volta te ne trovo sempre almeno due. Quando sei con me, io sudo, balbetto, respiro a fatica, mi agito, ho i brividi in tutto il corpo: sei la mia reazione allergica preferita. Il mio cuore batte perche’ tu esisti. Praticamente sei il mio pace-maker. Ricorri costantemente in ogni mio pensiero: ti penso, ti sogno, hai il monopolio dei miei sentimenti e sei gia’ azionista di maggioranza della mia fantasia. Vorrei usare le tue ciglia come trampolino, per tuffarmi nel blu dei tuoi occhi”. Non funzionera’ con lei, perche’ ha gli occhi castani; in compenso sara’ un successone presso la commissione d’esame. (Andrea `Zuse’ Balestrero, “Pensieri sul 5^ anno”)

315. Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene. (Charles Bukowski)

316. Colpo di fulmine: Fenomeno che si produce quando due persone che hanno particolarmente voglia di sesso, ma non fatti specificamente l’un per l’altro, si incontrano.

317. Attrazione: fatto di associare la voglia di sesso ad una persona.

318. Ninfomane: Appellativo maschile per una ‘donna che ha spesso piu’ voglia di sesso di lui’.

319. “Li’ cosa hai fatto?” (indicando il segno di un succhiotto sul collo). “Niente, mi sono morso radendomi”. (Laura Zigman)

320. Quando si e’ innamorati ci si entusiasma perfino di un ristorante cinese. (Lella Costa)

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Aforismi, battute e citazioni 241-280

241. Prova a ragionare sull’amore e perderai la ragione. (Proverbio Francese)

242. Ho mandato talmente tante lettere d’amore alla mia fidanzata che si è innamorata dei postino!

243. Un innamorato: “Se non accetti di uscire con me mi impiccherò al lampione davanti a casa tua”. “No, ti prego, lo sai che mio padre non vuole vederti ciondolare qui attorno…”

244. La parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell’amore. (Luciano De Crescenzo)

245. Gli amori sono come i funghi: si capisce se sono buoni o cattivi solo quando è troppo tardi.

246. Tra noi vige un rapporto di odio-amore, capito? Spiegami meglio la seconda parte. (Altan)

247. L’amore a due dura il tempo di contare fino a tre… (Sacha Guitry)

248. Annegare nei tuoi occhi ed essere salvato dalle tue lenti a contatto. (Fabio Fazio)

249. Amore significa incontrare i tuoi occhi, regalarsi uno sguardo, scorgere il tuo sorriso e poi… trombare!!! (Fabio Fazio)

250. In amore il sesso non e’ tutto; quindi dammela e tieniti il resto. (Fabio Fazio)

251. Di te mi piacciono gli occhi, ma capisco che tutto il resto ti serva per metterceli dentro. (Fabio Fazio)

252. Il nostro amore e’ fuori del comune; non tanto perche’ hai 25 anni meno di me, ma perche’ io ne ho 26. (Fabio Fazio)

253. L’amore e’ la cosa piu’ bella della vita. Come la figa. (Fabio Fazio)

254. Il primo amore non si scorda mai. Non resta che sperare nell’arteriosclerosi. (Fabio Fazio)

255. In te trovo la risposta ad ogni mia domanda: tanto valeva fidanzarsi con l’Enciclopedia Treccani. (Fabio Fazio)

256. Di te mi piace che non ti sfugge mai niente: sara’ perche’ hai tre occhi? (Fabio Fazio)

257. Come si fa a riconoscere l’amore con la A maiuscola? Basta aver fatto la prima elementare. (Fabio Fazio)

258. Mi sono persa nei tuoi occhi (una lente a contatto) (Fabio Fazio)

259. Cinque sono le lettere che compongono la parola amore, proprio come merda. (Fabio Fazio)

260. Amore significa sopportare i tuoi difetti, i tuoi malumori, i tuoi capricci, i tuoi isterismi, senza chiedersi il motivo. Anche perche’ intanto, se me lo chiedessi, non lo troverei. (Fabio Fazio)

261. Nessuno conosce le regole dell’amore, pochissimi quelle del condominio. (Fabio Fazio)

262. Quando si ama davvero ci si lava. (Fabio Fazio)

263. L’amore spunta all’improvviso come la varicella. (Fabio Fazio)

264. C’e’ chi riesce a fare l’amore anche 2, 3, 44 volte al giorno. Io odio le esagerazioni. (Fabio Fazio)

265. Certo anche i preliminari sono importanti purche’ brevi. (Fabio Fazio)

266. Non tutti possono amare, ma tutti possono essere amati: anche Albano. (Fabio Fazio)

267. L’amore e’ un punto d’incontro. Spostati! (Fabio Fazio)

268. Per innamorarmi mi e’ bastato guardarti, per smettere di amarti guardarti meglio. (Fabio Fazio)

269. Un amore puo’ durare una vita; ma non e’ detto, puo’ andarti meglio. (Fabio Fazio)

270. Fare l’amore e’ una scelta, smettere forza maggiore. (Fabio Fazio)

271. Il primo bacio non si puo’ dimenticare, soprattutto se dall’altra parte c’era un apparecchio odontoiatrico. (Fabio Fazio)

272. In amore non bisogna giudicare, ma solo comprendere: come in trigonometria. (Fabio Fazio)

273. Il nostro e’ un grande amore, talmente grande che non so dove metterlo. (Fabio Fazio)

274. Vorrei continuare a far l’amore con te senza fine o quanto meno accorgermi di quando finisce. (Fabio Fazio)

275. L’amore e’ una lunga strada in salita, spesso difficile, sdrucciolevole, con incroci pericolosi, frane e smottamenti: insomma, era meglio rimanere a casa a guardare la televisione. (Fabio Fazio)

276. Se penso che prima di portarti a letto come minimo dovro’ invitarti a cena… mi passa l’appetito. (Fabio Fazio)

277. L’amore dura una vita?!? Mi basterebbe superare i 40 secondi. (Fabio Fazio)

278. In amore non servono le parole ma le azioni: come in borsa. E come in borsa, anche in amore si chiude sempre in ribasso. (Fabio Fazio)

279. Se non hai ancora trovato il grande amore della tua vita, cerca nel primo cassetto del mobile in sala: e’ sempre tutto li’! (Fabio Fazio)

280. In amore e’ fondamentale essere complici, come nelle rapine; ma queste sono piu’ redditizie. (Fabio Fazio)

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Aforismi, battute e citazioni 201-240

201. L’amore puo’ essere soave anche visto dal buco della chiave. (Gino Patroni)

202. Fai bene ad andartene. Anch’io, se potessi, mi lascerei. (Roberto “Freak” Antoni)

203. Rifiutarsi di amare per paura di soffrire e’ come rifiutarsi di vivere per paura di morire.

204. I cavalieri antichi, per amore di una damigella, erano disposti a uccidere un drago. Io al massimo potrei tirare un calcio a un tacchino, ma per quella tizia dovrei aver perso la testa. (Romano Bertola)

205. L’amore? Un bacio, due baci, tre baci, quattro baci, tre baci, due baci, un bacio, zero baci. (Pitigrilli)

206. C’e’ un tale bisogno d’amore nel mondo che certe donne amano perfino il loro marito. (Pitigrilli)

207. L’amore e’ come il morbillo: dobbiamo passarci tutti. (Jerome K. Jerome)

208. Quando c’e’ l’amore c’e’ tutto. Quando c’e’ tutto chi se ne frega dell’amore. (Gianni Palladino)

209. Niente e’ piu’ terribile per una donna che l’infedelta’ dell’uomo amato. In seguito a una tale delusione amorosa puo’ perfino accadere che le donne si chiudano in un convento. Se poi la delusione e’ particolarmente forte puo’ accadere che si chiudano in un convento di frati. (Giobbe Covatta)

210. Gli uomini si riprendono assai meglio dalle delusioni amorose che da quelle economiche. (Bernard Shaw)

211. Corteggiare vuol dire inseguire una donna finche’ questa vi acchiappa. (J. Garland Pollard)

212. L’amore e’ la distanza piu’ breve tra un uomo e una donna. (Anonimo)

213. L’amore e’ un buco nel cuore. (Le Leggi di Murphy sul Sesso)

214. Il primo amore non si scorda mai, resta sempre intonato. (Vasco Mirandola)

215. L’amore, e’ un colpo d’occhi, un colpo di reni e un colpo di spugna. (Sarah Bernard)

216. Tre atteggiamenti fondamentali dell’uomo che corteggia una donna: il millantatore, quello che fa promesse, quello che implora la mamma. (Elias Canetti)

217. Il piu’ bel momento dell’amore e’ quando ci si illude che duri per sempre; il piu’ brutto, quando ci si accorge che dura da troppo. (Roberto Gervaso)

218. L’amore e’ uno yo-yo: va su, va giu’, ed e’ sempre appeso a un filo.

219. Talvolta l’amore e’ come una partita a scacchi: e’ la donna la piu’ forte e puo’ finire con un matto.

220. Chi ama il prossimo suo come se stesso, o non conosce bene il prossimo o non ama abbastanza se stesso. (Roberto Gervaso)

221. Ho inseguito per tutta la vita l’amore eterno in compagnia di una donna ad ore. (Mirco Stefanon)

222. L’amore e’ il grande agguato che la natura ha teso agli uomini per la propagazione della specie. (Schopenauer)

223. Il primo uomo che disse a una donna sei bella come una rosa fu un poeta. Il secondo, un cretino. (Pitigrilli)

224. L’amore trionfa su tutto, eccetto che sulla poverta’ e sul mal di mare. (Mae West)

225. L’amore a prima vista puo’ scoppiare anche nei confronti di un conto corrente. (Zsa Zsa Gabor)

226. In amore, il denaro compera tempo, luogo, intimita’, comodita’ e un piccolo angolo dove stare soli. (Mae West)

227. Ti prego, amami poco, cosi’ mi amerai a lungo. (Robert Herrick)

228. L’amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione. (Gesualdo Bufalino)

229. Ho avuto fortuna nell’amore. Come ho conosciuto la mia ragazza? Niente, per caso: stavo andando a puttane. (Gianni Fantoni)

230. C’e’ solo un amore che dura fino alla morte: l’ultimo. (Jacinto Miquelarena)

231. Il sesso placa le tensioni; l’amore le provoca. (Woody Allen)

232. L’amore e’ giusto farlo solo e soltanto quando si presenta l’occasione. (Mirco Stefanon)

233. L’amore non conosce le mezze misure. All’inizio ci diciamo tutto. Alla fine ci diciamo di tutto. (Mirco Stefanon)

234. E’ molto stupido per gli innamorati sposarsi. (Bernard Shaw)

235. L’amore e’ come la biancheria: tanto piu’ dolce quanto piu’ spesso si cambia. (Phineas Fletcher)

236. L’ amore e’ come la febbre… piano piano ti porta a letto!!

237. L’amore e’ donare quello che non si ha a qualcuno che non lo vuole.

238. L’assenza diminuisce le passioni mediocri e aumenta le grandi, come il vento spegne le candele e alimenta l’incendio. (François de La Rochefoncauld)

239. Non c’è che una specie d’amore, ma in mille versioni diverse. (François de La Rochefoucauld)

240. Amiamo sempre coloro che ci ammirano, ma non sempre coloro che noi ammiriamo. (François de La Rochefoucauld)

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