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Lo specchio che fa riflettere

“Specchio riflette” dicevamo da bambini per rimandare al mittente qualche parolaccia ricevuta. In questo caso invece lo specchio fa riflettere.

La situazione: una strada “di montagna”, potremmo dire, stretta e curva, su cui due auto che si incrociano devono rallentare molto o anche far manovra. Su questa strada, per evitare brusche frenate ed incidenti sono stati posizionati tre specchi parabolici in corrispondenza di altrettante curve, due particolarmente strette che in ogni caso non è fisicamente possibile percorrere ad alta velocità ed una dal raggio più ampio che consente di affrontarla anche a 50 km/h, se si controlla prima lo specchio.*

Quando il vento soffia forte riesce anche a ruotare lo specchio e quindi capita di passare di lì e trovarlo orientato troppo a destra o troppo a sinistra per fare il suo lavoro, quindi una persona di buona volontà deve fermarsi, salire in piedi sul guard rail e regolarlo a mano. Questione di un minuto compreso salire, scendere, slacciare e riallacciare la cintura, ancor meno per uno che passi di lì a piedi.
Eppure a chi passi di lì di rado può capitare facilmente di trovare lo specchio fuori posto a distanza di giorni dall’ultima giornata di vento forte. E’ una cosa che fa riflettere. Pare quasi che, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non importi poi molto a chi percorre quella strada più volte al giorno di risistemare lo specchio e di garantirsi un po’ di sicurezza e di comodità.
Tutti ci passano davanti e non intervengono? Perché?
Le ipotesi sono una peggio dell’altra:
– piuttosto di scendere dall’auto preferisco correre il rischio di fare un frontale, tanto mi fido dei miei riflessi pronti!
– i beni pubblici sono di tutti e quindi non miei, perciò per principio non voglio occuparmene.
– specchio? Quale specchio? Ah, è storto? Davvero? Non so, non l’ho visto perché io non lo guardo mai.
– sì, è storto, ma io non so come si fa a raddrizzarlo, magari servono attrezzi o forza ed è meglio che lo facciano gli uomini.
Ecco, diciamo pure che qualcuno è scusato, ma tra i maschi adulti e sani è possibile che manchi totalmente la buona volontà?
Beh, a guardar bene quelli che si danno da fare per tenere in ordine la strada, le caditoie, la fontana e che raccolgono le cacche dei cani sono sempre gli stessi: c’è una che fa il giro della contrada con il badile per ripulire la strada, ci sono i tre che ripuliscono periodicamente la fontana e le caditoie, c’è quello che si ferma a sistemare lo specchio e poi ci sono tutti gli altri che… fanno finta di non vedere dove il loro cane ha sporcato e passano senza fermarsi un secondo raddrizzare uno specchio, neanche se sono a piedi. Eppure quando hanno frequentato le scuole l’educazione civica si insegnava ancora… forse si dimentica per convenienza? Ma qual è la convenienza di risparmiare qualche secondo? E perché la scomodità di scendere dell’auto una sola volta è percepita come un fastidio maggiore rispetto al rischio quotidiano di incidente frontale?

Altre ipotesi?

 

* ricordo che la curva è un tratto di strada non rettilineo a limitata visibilità, quindi basta anche una leggera curvatura unita ad un ostacolo visuale per costituire una curva, mentre un tratto di strada anche molto curvo, ma con perfetta visibilità non è una curva secondo il codice della strada.

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