L’attenzione all’ecologia sta crescendo, e meno male, ma nonostante l’attenzione elevata resta spesso una certa superficialità nelle valutazioni che porta a definire “ecologico” ciò che difficilmente può esserlo.
Parliamo dell’abete natalizio, l’albero di Natale o albero dell’anno nuovo come viene chiamato nelle zone del mondo in cui il cristianesimo non ha preso il sopravvento. Oggi l’espressione “albero di Natale ecologico” viene finalmente messa in discussione e direi che era ora!
Per capire quali impatti abbia sull’ambiente vediamo qual è il percorso di un albero “ecologico”: partiamo dai suoi componenti.
In gran parte (aghi e base) è composto da polimeri plastici derivati da petrolio, quindi la materia prima è estratta a migliaia di km di distanza, trasportata con petroliere ed oleodotti che hanno impatti notevoli sull’ambiente, lavorata in raffinerie che immettono nell’atmosfera ogni sorta di componenti volatili, trasformata in polimeri, poi colorata, stampata (base) oppure estrusa in pellicola (aghi), tagliata su misura ed applicata su uno scheletro metallico.
Ed il metallo da dove viene? Beh, dalla escavazione di una miniera che potrebbe essere anche a cielo aperto, dalla lavorazione del minerale, fusione e trafilatura: tutte operazioni estremamente energivore.
Ecologico, eh? Ma non è ancora finita: c’è pure il trasporto dalla fabbrica (tipicamente in Cina, Thailandia, Taiwan…) in camion fino al porto, poi in nave, quindi in camion fino al grossista italiano e poi sul furgone del negoziante…
Infine, in un momento più o meno vicino nel tempo, verrà bruciato in un inceneritore di rifiuti urbani producendo fumi e ceneri o verrà accumulato in una discarica.
Come si possa definire ecologico è sempre stato un mistero per me.
Un abete vero invece, come tutti gli alberi, non ha bisogno di fabbriche, miniere e pozzi di petrolio. In comune con l’albero “ecologico” ha solo il percorso in furgone/camion dal grossista al negozio e forse neppure quello dato che molti dei vivai che vendono abeti li coltivano sul posto. Esiste anche una certificazione di origine che rassicura sulla sostenibilità dello sfruttamento forestale, ma come al solito ci sono molti produttori onesti anche non certificati. Comunque l’abete è molto diffuso sui monti italiani e laddove viene piantato e coltivato per ottenerne legname da costruzione le piantagioni vengono regolarmente sfoltite per lasciar spazio alla crescita degli esemplari migliori, quindi le piante eliminate possono arrivare sul mercato come abeti natalizi con o senza radici.
Altri abeti senza radici derivano invece dal taglio degli alberi adulti: la punta o cimale non è interessante per l’industria del legno e gli aghi restano verdi abbastanza a lungo da servire egregiamente come albero di Natale.
Che farne poi?
Beh, se l’albero di plastica si mette da parte per l’anno successivo si può fare lo stesso anche per l’albero vero, purché abbia le radici ed abbiate un metro quadro di giardino o di terrazzo. Altrimenti potete eliminarlo scegliendo diverse strade:
tagliare i rami e consegnarlo all’ecocentro dove verrà avviato a produrre compost insieme a sfalci, ramaglie e umido oppure lasciarlo seccare e poi, a pezzi, bruciarlo nel caminetto: il suo legno resinoso non è il massimo per la canna fumaria se si usa continuamente, ma una volta secco è eccellente per accendere il fuoco!
Una cosa da non fare, ma che potrebbe essere vista come “ecologica” è ripiantare l’albero nel bosco. Come spiega Brunori del Pefc Italia “Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico a prescindere, soprattutto se non conosciamo l’origine delle piante. Inserire l’abete in ambienti naturali dove invece non cresce spontaneamente crea una intrusione botanica che è negativa, per il paesaggio e l’ecosistema.”
Volete un’alternativa meno ingombrante? L’albero è un simbolo, quindi perché non crearlo con materiali riciclati come il cartone? http://thecardboardtree.com/ (non sto suggerendo di comprarlo: chi non ha qualche pezzo di cartone a portata di mano?)
Decorarlo sarà un gioco!
Vuoi qualche suggerimento su come realizzare in casa dei decori? Ecco qua
Vuoi portarti a casa la punta di un pino tra quelli che taglierò quest’inverno? Scrivimi!
Aggiungo un’idea vista poco fa e molto economica (se non si devono comprare apposta i libri! 🙂 )
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E buon Natale!