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Tesoro

Non sei contento della tua fortuna?

Titolo originale: La settimana dell’amicizia

Ciao a tutti!

monete di cioccolato in pila
La tua fortuna ti sembra scarsa?

Se vi siete svegliati questa mattina con più salute che malattia siete più fortunati del milione di persone che non vedranno la prossima settimana.

Se non avete mai provato il pericolo di una battaglia, la solitudine dell’imprigionamento, l’agonia della tortura, i morsi della fame, siete più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo.

Se potete andare in chiesa senza la paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siete più fortunati di 3 miliardi di persone di questo mondo.

Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa e un posto dove dormire siete più ricchi del 75% degli abitanti del mondo.

Se avete soldi in banca e nel vostro portafoglio siete fra l’ 8% delle persone più benestanti al mondo.
Se i vostri genitori sono ancora vivi e ancora sposati siete delle persone veramente rare.

Se potete leggere questo messaggio, avete appena ricevuto una doppia benedizione perché qualcuno ha pensato a voi e perché non siete fra i due miliardi di persone che non sanno leggere.
Qualcuno una volta ha detto: “Lavora come se non avessi bisogno dei soldi. Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire. Balla come se nessuno ti stesse guardando. Canta come se nessuno ti stesse sentendo. Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.”

Non esiste la “settimana internazionale dell’amicizia”. Ogni giorno è quello giusto per gioire insieme delle nostre fortune.
Inoltra questa mail e rendi radiosa la giornata di qualcuno.

Se non lo fai non ti succederà niente di male ma… non farai sorridere nessuno dei tuoi amici.

Nell’occidente ricco in cui viviamo siamo continuamente spinti a valutare solo la realtà oggettiva, anzi, i soli beni materiali, e confrontarci sempre con chi ha di più, con i modelli proposti dai media. Fa comodo all’economia spingerci all’acquisto trascurando che potremmo star bene anche senza consumo.
Queste righe ci ricordano che c’è chi sta peggio e non sono solo pochi disgraziati.

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