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Informatica

Anche le stampanti resuscitano…

La mia stampante multifunzione Samsung CLX-3170FN da un po’ di tempo dava ogni tanto il messaggio “errore di sistema, spegnere e riaccendere” e dopo un ciclo di spegnimento e riaccensione si metteva al lavoro senza storie. Qualche giorno fa ha invece deciso che spegnimenti ed accensioni non le bastavano più e si rifiutava di procedere alla stampa. Nessun aiuto veniva dai software di diagnostica. Passati più di 24 mesi dall’acquisto, e quindi fuori garanzia, l’intervento di assistenza da parte di Samsung avrebbe comportato la spedizione andata e ritorno con corriere e la sostituzione della scheda madre o del fusore (secondo http://fix-your-printer.blogspot.fr/2013/02/how-to-solve-system-error-cycle-power.html solo il fusore sarebbe coinvolto). Spesa prevedibile: tra i 140 e i 200 euro. Più o meno quanto costa comprare una nuova stampante. Dopo meno di 500 fogli stampati e con i toner ancora oltre il 50% era già diventata un ingombrante rifiuto elettronico? Sia per la spesa, sia per l’impatto ecologico, sia per la mia curiosità, ho cominciato a cercare informazioni sulle cause dell’errore e ricordare che in precedenza si fosse presentato un errore per “riscaldamento insufficiente” mi ha convinto che il colpevole fosse effettivamente il fusore, cioè l’elemento che scalda il foglio così che il toner fonda e penetri nella carta. Su eBay si trova seminuovo a 50-60 euro, nuovo a 80 e stavo per comprarne uno quando mi sono imbattuto nel provvidenziale post di SalemS su fixyourprinter http://www.fixyourownprinter.com/forums/printer/72871 che pur con scarso uso della punteggiatura mi ha indicato una soluzione taumaturgica: prendere a martellate la stampante! Beh, che c’è di strano? Fonzie con un pugno rianimava il juke-box, io oltre ad avere lo stesso fascino ho anche un martello… 🙂

i termostati montati sul fusore

Il fusore infatti ha due termostati al suo interno che svolgono appunto la funzione di interrompere il riscaldamento una volta raggiunta la temperatura e sono posti in serie tra di loro. Se uno dei due si guasta si interrompe il contatto e il fusore non riceve alimentazione, quindi non si scalda. Misurando con il tester la resistenza dei termostati (che a freddo dovrebbe essere quasi zero) è stato subito chiaro che una era interrotto e qui è entrata in scena la soluzione di SalemS: due colpi contro il piano del tavolo e tutto torna a funzionare!

I termostati svitati

Le vibrazioni hanno sicuramente spostato il filamento all’interno e ripristinato il contatto che mancava: non si sa per quanto, ma per il momento funziona e ora so che se si ripresenta il problema c’è la possibilità di risolverlo a costo zero. O cercando di sostituire i soli termostati, del costo probabile inferiore ai 5 euro.

termostati
termostati del fusore

Siete capitati qui perché anche voi avete un problema con la Samsung CLX-3170FN o con la 3175 o altre sorelle? Allora per voi ecco come si apre il pannello laterale http://www.youtube.com/watch?v=QIKdbgsbRlw e come si smonta il fusore http://fix-your-printer.blogspot.it/2012/04/how-to-replace-fuser-on-samsung-clx.html E se questa pagina vi ha fatto risparmiare un centinaio di euro o più di riparazione, fatemelo sapere nei commenti. E magari fate 10 euro di donazione ad una associazione benefica! Io suggerisco il CICAP.

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Bufale Economia Energia Scienze

free energy

Un conoscente, entusiasta per aver scoperto la “free energy”, gira alla mailing list il link ad un video:

Facendo una ricerca su energie alternative, sono incappato in questo video. Vi prego tutti quanti, prendetevi 10 minuti e guardatelo NE VALE LA PENA http://youtu.be/BGPwgXG58rE
Io in giornata contatto già un mio amico voglio sviluppare qualcosa, costi quel che costi!

Ed io, che ritengo un dovere morale difendere la verità, intervengo così:
Credo sia mio dovere cercare di evitare che preziosi entusiasmi vengano frustrati e sudate risorse economiche finiscano nelle tasche di chi non le merita. Spero di non ferire la sensibilità di nessuno, ma di carattere preferisco evitare i giri di parole, perciò parlerò chiaramente come sono abituato.
Beh, cominciare con “censurato” squalifica già il resto del video, che in effetti per la sua inconsistenza non ha possibilità di ricevere apprezzamenti al di fuori di ambienti “complottisti”.
Gli impianti militari top secret sono talmente noti che sono visitabili. E le “teorie di Tesla” sono notissime e ampiamente utilizzate persino in ciascuno dei nostri cellulari, ma non contengono le formule per ricavare energia gratuita dal nulla. L’energia viene _sempre_ da qualche parte. E, come è prevedibile, tutti gli apparati mostrati come “generatori” basati sui magneti hanno bisogno di una fonte di energia. Mettono in movimento qualcosa e poi riconvertono l’energia cinetica in energia elettrica, che, misurata “allegramente” o con premeditata malizia, si può far sembrare maggiore di quella inserita. Ma la fisica non si inganna e la batteria si esaurisce comunque, anche se le si dice “sei carica!” “vai alla grande!”. E esaurita questa il “generatore” si ferma. Naturalmente i filmati su youtube questo non lo mostrano. Ironicamente sono proprio i video che dicono di contenere verità censurate a censurare e mistificare una parte della realtà.
Di personaggi che hanno “inventato l’auto ad acqua” ce ne sono stati tanti, ma nessuno riesce a farla funzionare. Perché? Perché l’acqua è come la cenere ed il fumo: il risultato di una combustione: la combustione dell’idrogeno. Per trarne energia bisogna separare prima idrogeno ed ossigeno. Il problema è che per separarli serve più energia di quella che si ricava. Vedi Idrolisi.
E’ come dire che rotolare un masso in cima al Summano costa più energia di quella che si può ricavare facendolo rotolare giù, che pompare l’acqua dal fondovalle ad un serbatoio in alto ci costa 100 di energia per poi produrre al massimo 85, se siamo particolarmente bravi. Probabilmente meno.
Non è diverso dal mito del moto perpetuo: là si pretendeva di mostrare qualcosa che continuasse a muoversi senza richiedere energia, qui si pretende di estrarre energia da qualcosa a cui non se ne fornisce.
Una “auto che va ad acqua” è un’assurdità termodinamica tanto quanto una stufa che funzioni trasformando la cenere (e il fumo) in legna per poi bruciarla. Un’auto (così come un generico motore) può benissimo funzionare ad idrogeno. Ma l’idrogeno deve essere prima estratto (dall’acqua o da idrocarburi come il metano) e questo è un costo energetico elevato e non aggirabile.
Gli unici che riescono a trarre vantaggio da questi miti sono quelli che vendono i kit per i motori magnetici o che raccolgono soldi dagli investitori per sviluppare macchinari rivoluzionari che non funzioneranno mai, come ad esempio l’E-Cat di Rossi, o che pubblicano libri sulle free energy.
Nessuno di loro è riuscito nemmeno a rendersi autonomo dalla fornitura Enel di casa… non è una sufficiente dimostrazione che quel che propongono non funziona? Eppure è così semplice…
Un amico interviene così:
hai già detto perfettamente tu quello che avrei risposto io.. E che qui parliamo di energia, pensa quando tutti parleranno di  bilderberg, massoneria, rockfeller e rotschild che causando volutamente la crisi economica ci vogliono schiavizzare TUTTI.
Il petrolio è giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Comunque con i complottisti io non so più che fare…
Beh, di cospirazioni ne parlano già in tanti. E ultimamente hanno trovato anche un megafono che ripete dal palco le paranoie complottiste. Il lato peggiore è che tutti questi discorsi su “siamo controllati, non siamo liberi, c’è un complotto”… rafforzano nelle persone l’idea di non poter far nulla, di non avere libertà di scelta e di non essere in fin dei conti responsabili della situazione. Col risultato che si lamentano e non fanno nulla per cambiare, tranne magari votare per il nuovo pifferaio magico.
Lamentarsi della forza delle multinazionali quando ogni giorno siamo noi consumatori a mantenerle scegliendo liberamente di comprare i loro prodotti è un’ipocrisia evidente. Dare la colpa delle nostre scelte alla pressione della pubblicità è come riconoscere “non sono capace di pensare, ho bisogno che la tv mi dica cosa fare”. Che al posto della tv ora ci sia la cosiddetta “controinformazione” che gira su internet è un semplice aggiornamento dei canali.
Non è mai indolore riconoscere i propri errori, quindi quello di trovare un capro espiatorio è un meccanismo psicologico molto radicato, studiato anche dagli antropologi. Ad esempio per l’Italia in fondo sappiamo tutti che i problemi sono stati creati da milioni di evasori fiscali, milioni di pensionati troppo giovani, centinaia di migliaia di baby pensionati, forse altrettanti falsi invalidi con parecchie migliaia di medici compiacenti, tantissimi dipendenti pubblici assenteisti, funzionari corrotti e imprenditori che stavano al gioco o che il gioco lo alimentavano e dai politici eletti da tutti che promettevano a tutti, spendevano soldi pubblici e lasciavano il debito sulle spalle della generazione successiva. Sono talmente tanti quelli che hanno sottratto risorse alla collettività che tra questi abbiamo tutti un conoscente, un amico o un parente. E ci da un gran fastidio ammetterlo. Per questo i discorsi demagogici “tutta colpa dei politici” hanno tanto successo: individuare un nemico che non è tra i nostri amici ci fa sentire subito dalla parte della ragione, “perché in fondo io ho rubato poco”, oppure “la legge me lo permetteva” o ancora “ma io ho evaso per necessità, sennò non avrei potuto neanche fare le ferie a Sharm e avrei dovuto comprare vestiti non di marca”.
Prendersi le proprie responsabilità e decidere di far parte del cambiamento con una serie di piccole fatiche quotidiane è faticoso. Per questo in tanti preferiscono credere alla favola del pifferaio magico:
  • ci sono i cattivi
  • c’è una pozione magica (nel caso è la free energy, nascosta nel castello dei cattivi)
  • puoi diventare un eroe con una singola azione e poca fatica, per poi vivere di rendita
E’ una bella favola e a tutti piacciono le favole a lieto fine.

Il petrolio é giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Da quel che vedo credo che la necessità aguzzerà l’ingegno, ma credo che come umanità in generale la penuria ci renderà prima di tutto più cattivi ed egoisti e che la lotta per le risorse si inasprirà. Mi pare che siano tanti a preferire che il figlio del vicino parta per la guerra piuttosto di soffrire il caldo col condizionatore spento. O che i disoccupati vadano a rubare il pane nei supermercati piuttosto di dover pagare cento euro di imu sulla propria casa.
La solidarietà pare che funzioni solo in ambiti ristretti.
Prima di dire addio alle comodità credo che i popoli saranno disposti a chiudere un occhio o anche due sulle ricadute ambientali e a bruciare i combustibili più sporchi pur di tirare avanti.
Già ora in contrada vengono a rubarci gli ortaggi dall’orto, quindi in caso di rapido declino delle disponibilità energetiche (e quindi dell’economia e delle disponibilità alimentari) temo che l’ordine pubblico sarà un ricordo.

Comunque con i complottisti io non so più che fare…

Eh, certo! Se cerchi di farli ragionare fuori dalla favola e mostrargli il mondo reale ti dicono che anche tu fai parte del complotto… l’unico mezzo è la prevenzione: sviluppare lo spirito critico delle persone, così che di fronte ad affermazioni tra loro in contrasto ed in contrasto con la realtà siano in grado di rilevare l’assenza di coerenza interna ed esterna. Bisognerebbe partire dalle scuole medie o almeno dalle superiori.

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Scienze

metodi sostitutivi e complessità emergente

C’è una continua polemica sull’utilizzo di animali per la sperimentazione di farmaci (quella di cosmetici in Europa non si pratica più) e oltre alle posizioni contrarie basate su scelte morali (che qualcuno ritiene di avere il diritto di imporre anche agli altri) ce ne sono alcune che cercano di aggrapparsi in modo più o meno sensato a motivazioni scientifiche. Tra queste c’è quella di chi sostiene che “ci sono metodi SOSTITUTIVI” dove “sostitutivi” implica che renderebbero inutili i test su animali e che “è solo questione di tempo e di convincere gli ignoranti ricercatori” perché prendano il sopravvento.
Magari! 
Il problema che sta alla base è la complessità. Non parlo di “complicazione”, ma di complessità emergente (vedi Wikipedia) .
I sistemi complessi, come una società o un organismo, non sono la semplice somma dei loro componenti e non si comportano in modi prevedibili. Mostrano anzi delle caratteristiche e dei comportamenti nuovi di cui i componenti non mostravano alcun indizio prima di essere messi insieme. 
Un esempio semplice? Un sistema di due soli elementi: l’acqua. E’ composta da idrogeno ed ossigeno, entrambi gas a temperatura ambiente, entrambi comprimibili, uno combustibile, l’altro comburente, peso specifico bassissimo. Che cosa possiamo dedurre sull’acqua studiando separatamente i componenti? 
Ben poco, a parte il peso della molecola. Perché gli elementi tra loro si relazionano in modo non lineare e non conoscibile a priori. Non c’è un “libro del Mondo” in cui andare a controllare le formule che dobbiamo ancora scoprire.
Lo stesso accade per la società, per gli organismi e anche per oggetti inanimati come dei computer. Gli organismi sono molto di più della somma degli organi, come d’altra parte sanno bene i medici che hanno un approccio olistico. Gli organi interagiscono uno con l’altro, non vanno ognuno per conto proprio come farebbero dei tessuti in vitro.
Non è quindi questione di tempo, né di metodo. E’ proprio impossibile per come è fatto il mondo. Altrimenti ci basterebbe studiare una cellula per sapere che forma avrà un albero. O come correrà un cavallo. O riusciremmo a predire l’evoluzione demografica mondiale studiando un solo africano, un solo americano, un solo asiatico e così via. 
Non si tratta di non avere sufficiente potenza di calcolo per fare le simulazioni, si tratta di non sapere a priori quali equazioni metterci dentro. Tra parentesi, una volta note tutte le regole potremmo anche simulare ogni processo biochimico di nostro interesse, ma proprio perché conosciamo tutte le regole non avremmo più bisogno di fare sperimentazione, giacché non avremmo più nulla da scoprire.
La complessità emergente è quindi il motivo profondo per cui i “metodi sostitutivi” non potranno mai sostituire i test su organismi completi. A meno che non arrivi un genio a sovvertire tutto ciò che sappiamo di come funziona il mondo. Tutto, non solo la biologia.